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      Che sia vibrata d'ogn'intorno e sparsaQualche specie d'odor; ma questa a questi
      Animali convien, quella a quegli altriPer le forme difformi. E quindi accade
      Che del mèle all'odor ben che lontanoCorran le pecchie, e gli avvoltoi al lezzo
      De' fracidi cadaveri; e che l'ugnaDelle belve fugaci, ovunque impressero
      Le proprie orme nel suol, tirin de' bracchiIl robusto odorato; e che da lungi
      Possan l'oche sentir l'umano sitoE difender da' Galli il Campidoglio.
      Tal vari han vario odor, che gli conduceNe' paschi a lor salubri e gli costringe
      A fuggir dal mortifero veleno;
      E tal degli animai duran le specie.
      Dunque fra questi odori alcuni ponnoPer lo mezzo diffondersi e volare
      Vie più lungi degli altri; ancor che maiNon possa alcun di loro ir sì lontano
      Quanto il suono e la voce (io già tralascioDi dir quanto l'effigie e i simolacri
      Che fiedon gli occhi ed a veder m'incitano)
      Poichè tardo si muove e vagabondo,
      E talvolta perisce a poco a pocoPer l'aereo sentier distratto e sparso
      Pria che giunga alle nari. E ciò succedePrincipalmente, perchè fuori esala
      Dall'imo centro delle cose a pena
      (Che ben dall'imo centro uscir gli odoriMostra il sempre olezzar più degl'interi
      I corpi infranti stritolati ed arsi);
      Poi perchè gli è di maggior semi intestoDella voce e del suon; come vedere
      Lice a ciascun, perchè la voce e 'l suonoPenetra per le mura ove l'odore
      Mai non penétra. Ond'eziandio si vedeChe non è così agevole il potere
      Rintracciar con le nari ove locatiSiano i corpi odoriferi; chè sempre
      Più divien fredda ogni lor piaga e fiacca


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





Galli Campidoglio