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      Mentre per tutto il corpo errano incerti.
      In somma; allor che vigorose e fortiHan già le membra e dell'etade il fiore
      Godono, allor che presagisce il corpoGaudi non più sentiti e che la stessa
      Venere attende a seminare i campiDelle giovani donne; avidamente
      Congiungon petto a petto e bocca a bocca,
      E mordendosi il volto ansano indarno;
      Poichè quindi limar nulla non ponnoNè penetrar con tutto il corpo il corpo;
      Come par che tal volta abbian talento;
      Sì desïosamente avviticchiatiStan con lacci venerei in fin che lassi
      Per soverchio piacer solvonsi i membri.
      Al fin, poichè l'ardor ne' nervi accoltoFuor se n'uscío, la vïolenta brama
      Ha qualche pausa: indi la rabbia stessaRiede e 'l furor; mentre toccar di nuovo
      Cercan l'amato corpo, e mai non ponnoArte alcuna trovar che gli risani
      Dal mal che gli ange e gli tormenta il core.
      Tal per cieca ferita incerti errandoTabidi fansi a poco a poco e mancano.
      Aggiungi che 'l vigor scema e la forza,
      Che l'angoscie e i travagli ogn'or n'affliggono,
      Che sotto il cenno altrui l'età si logora,
      La roba intanto si disperde e fonde,
      Dansi le sicurtà, langue ogni uffizio,
      E la gloria e la fama egra vacilla.
      Splende d'unguenti 'l crin, ridono in piedeSicionii coturni, ornan le dita
      Grossi smeraldi in fino oro legati;
      E di serico manto adorno il corpoGiornalmente rifulge; e le ricchezze
      Da' paterni sudor ben acquistateDivengon fasce, ghirlandette e mitre,
      E tal volta in lascivi abiti molliCangiansi e in vesti melitensi e cee;
      E quel che al vestir nobile ed al vittoServir dovrebbe è dissipato in giuochi


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330