Pagina (192/330)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      In questi primi tempi furono animali mostruosi che perirono, non potendo sussistere nč propagarsi, colpa del vizio della loro conformazione; razze intere si spensero cosė, perchč non avevano le qualitā necessarie per vivere indipendenti, nč per meritare la nostra protezione. Ma la terra non ha mai prodotto centauri, nč simili animali, composti di due nature incompatibili; dopo aver procreato le prime generazioni di ogni specie, e aver forniti gli animali di organi atti alla propagazione, la terra, esausta, si riposō, e abbandonō agl'individui la cura di riprodursi da sč e di seguire il primo impulso ch'era stato lor dato.
      Tuttavia gli uomini, figli della terra, abitatori delle foreste, si nudrivano di ghiande e d'altri frutti selvatichi, si dissetavano ai fonti e ai fiumi, facevan la guerra alle bestie feroci, e sebbene spesso fosser pasto di esse, non morivano in maggior numero che al dė d'oggi. Presto s'introdussero i matrimonj: si formarono delle piccole societā particolari, la cui unione fu resa ancor pių stretta dalla nascita del linguaggio, che secondo Lucrezio, č creato dalla natura e dal bisogno, e non dal capriccio d'un legislatore, che di proprio moto abbia distribuito i nomi agli obbietti. Ma la scoperta del fuoco, il quale fu o portato sulla terra dal fulmine, o acceso nelle foreste per lo stropicciamento degli alberi agitati dai venti, finė di dissipare la barbarie. Soddisfatti i bisogni naturali, s'introdussero i fittizj; vi furono ambiziosi che si fecero re e spartirono i campi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





Lucrezio