Pagina (202/330)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Fertil non si rendesse, il gran le biadeMai per sè non potrian nell'aure molli
      Sorger: e nondimen, cerche soventeCon travaglio e fatica allor che tutte
      Già di fronde e di fiori ornano i campi,
      O da' rai troppo caldi arse del soleSono o da pioggia repentina oppresse
      O da gelida brina intempestivaAncise o dal soffiar d'austro e di coro
      Con urto impetüoso a terra sparse.
      In oltre: ed a qual fin nutre e fecondaNatura delle belve in mare in terra
      Il germe orrendo all'uman germe infesto?
      E perchè le stagion varie dell'annoN'adducon tanti morbi? e perchè vaga
      Immatura la morte? Arrogi a questo,
      Che 'l misero fanciul, quasi dall'ondeVomitato nocchier, nudo ed infante
      Giace sul terren duro, e d'ogni aiutoVitale ha d'uopo, allor ch'a' rai del giorno
      Fuor dell'alvo materno esponlo in primaCon acerbo dolor natura, e 'l tutto
      Di lugubri vagiti empie e di pianto;
      Qual a punto conviensi a chi nel breveCorso di nostra vita esser dee segno
      Ad ogni stral delle sventure umane.
      Ma crescono all'incontro armenti e greggiE fiere d'ogni sorte, e non han d'uopo
      Di cembali, di tresche o di nutriceChe con dolce e piacevole loquela
      Senza punto stancarsi in vari modiGli vezzeggi, gli alletti e gli lusinghi,
      Nè, secondo che vario è 'l tempo e il cielo,
      Cercan vesti diverse, e finalmenteNon han d'armi mestier, non d'alte mura
      Con le quai sè medesmi e le lor coseGuardin; mentre per sè porge feconda
      Largamente la terra e delle coseLa dedalea natura il tutto a tutti.
      Pria: perchè il terren duro e l'acque molli,
      Dell'aure il lieve spirto e 'l vapor caldo,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330