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      Di cadaveri onusti: i lor custodiFatti in van per pietà d'ospiti infermi
      Gli avean refugio. Degli eterni e santiNumi la maestà la veneranda
      Religïon quasi del tutto omais'era posta in non cale: il duol presente
      Superava il timor. Più non v'aveaLuogo l'antica usanza onde quel pio
      Popolo seppellir solennementeSolea gli estinti: ognun confuso e mesto
      S'avacciava all'impresa, e al suo consorte,
      Come meglio potea, dava il sepolcro,
      E molti ancor, da súbito accidenteE da terribil povertà costretti,
      Fêr cose indegne: i consanguinei stessiPonean con alte e spaventose strida
      Su i roghi altrui, vi supponean l'ardentiFaci; e spesso fra lor gravi contese
      Facean con molto sangue, anzi che priviD'ufficio estremo abbandonare i corpi.
      VARIE LEZIONI
     
      LIBRO PRIMO.
     
      v. 31.
      . . . . . . . . . . . . . . . . non riedev. 36.
      Di natura e del ciel gli alti segretiv. 62.
      . . . . . . . . ognor si volga, e qualiSian degli dèi l'essenze e delle cose;
      v. 81.
      Gli occhi mortali e le s'oppose il primo.
      v. 92.
      . . . . . . . . . . . . . . . . i chiusi e saldiChiostri e le porte di natura aprire.
      v. 109.
      L'ara a macchiar della gran dea triformev. 120.
      Che prima al re titol di padre desse;
      Che tolta dalla man de' suoi più cariFu condotta . . . . . . . . . . . . .
      v. 127.
      Nel tempo istesso di sposarsi offertaA piè del genitore ostia dolente
      v. 162.
      Dell'immortale Omero essergli apparsaL'immagine piangendo e di natura
      A lui svelando i più riposti arcani.
      v. 178.
      . . . . . . . . de' Greci entro i latiniVersi l'oscure invenzioni; essendo
      Massime di.mestier che di parole


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





Omero Greci