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      v. 748.
      Rovini in tutto e al fin s'adegui al suolo;
      v. 993.
      Che fiedon gli occhi e fan vedersi intorno)
      v. 1033.
      Dolor gli dan, che pių durargli a pettov. 1060.
      Parte che dalle cose ognor si staccano,
      v. 1157.
      Tanta č la loro agilitade e tanta
      Č la lor copia. O perchč . . . . .
      v. 1358.
      E un'altra vien ad esser per le membrav. 1464.
      L'occupa quasi con le fauci ingorde.
      v. 1701.
      Ferma, un'aura che lieve lo precorrav. 1723.
      E co' succhiati labbri umetta i baci;
     
      LIBRO QUINTO.
     
      v. 205.
      Posciachč ragionevole per certoNon sembra l'affermar . . . . . .
      v. 253.
      Il dir poi che gli dči per util nostroVollero il mondo fabbricare, e ch'egli
      Da noi per ciō dee commendarsi e credersiEterno ed immortale, e ch'empio e folle
      Quinci sia chi presuma o in fatti o in dettiv. 279.
      Giacque in fin che la prima delle cosev. 312.
      . . . . . . . . . . .cause e per li stessiMovimenti del ciel. . . . . . . .
      v. 315.
      Per util nostro dagli dči creato.
      v. 336.
      . . . . . . . . . . . .allor che tuttiGiā di fronde e di fior s'ornano i campi,
      v. 470.
      . . . . . . . . . . . .la primiera fiamma:
      v. 644.
      Che un tempo anche l'umor fosse a vicendaDominatore, allor. . . . . . . . . . .
      v. 834.
      Cosė dunque la terra incontinenteTrasportata non fu quasi alïena
      D'altronde, nč d'altronde all'aure impóstaAliene da lei;
      v. 992.
      Si crei di sol; come da' monti d'Ida
      v. 1019.
      Scemarsi e divenir pių brevi i lumiv. 1057.
      Tutto quasi nasconda a poco a pocoQuanto pių presso a lui gira il suo cerchio
      v. 1186.
      Era la terra e ben per l'etra adulta.
      v. 1240.
      Molti ancor senza braccia . . . . .


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





Ida