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      Il Gassendi, mentre rifiuta le conclusioni metafisiche di Epicuro rimette in onore il suo sistema nella piena luce del secolo XVII, se ne vale a combattere la filosofia di Cartesio, spende il più della sua vita a dilucidare con dotti commenti la fisica celebrata da Lucrezio, ne accetta i principj. E tuttavia egli non era un semplice erudito; era veramente filosofo e assai versato nelle scienze. Altri per contro hanno spregiato al tutto quella Fisica, non tenendo conto che delle conclusioni irreligiose e negative degli Epicurei. In un secolo di fede, il Gassendi rifiutava tutte le conseguenze che portavan pericolo alla morale e ritenea solo l'innocente Fisica; in un secolo d'incredulità e di ribellione, Voltaire si facea beffe di quella fisica, esaltando il pregio delle conseguenze morali, che ne derivano.
      Egli diceva con gran disinvoltura: "Lucrezio era un fisico da far pietà; e in questo si aggiustava a tutti gli altri antichi. Non basta l'ingegno ad imparare la fisica; è un'arte a cui esercitare si richiedon strumenti... Tutta la fisica antica è come parto di uno scolaro assurdo. Ben diversa è la filosofia dell'anima e ben diverso quel buon senso, che assistito dal coraggio dello spirito fa pesare con giustezza i dubbj e i verisimili. Questo è il gran merito di Lucrezio." È chiaro che Voltaire, mentre spregia il fisico, applaude a' suoi ardimenti di moralista, e lo loda come un utile ausiliario della sua propria impresa filosofica. Di che la scienza di Lucrezio fu vantata o spregiata secondo i tempi, perchè ogni secolo celebra nei libri dell'antichità quello che può servire alle sue proprie passioni.


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





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