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      Un'idea filosofica sì importuna e che riprovata di continuo, torna in luce, non può riporsi tra gli errori puerili. D'altra parte è sì formidabile che bisogna tenerne conto.
      Tuttavia a torto si crederebbe che le spiegazioni antiche, contrarie alle cause finali, fossero in origine argomenti ispirati dall'empietà. S'incontrano spesso nelle dottrine più religiose. Il pio Empedocle pretendeva "che l'acqua scorrendo nel corpo, s'è scavato un serbatojo, che è diventato lo stomaco; che l'aria, tendendo ad uscire, s'è aperto un passo, e che di là son nate le narici; se la spina dorsale è divisa in vertebre, questo avviene, perchè nel torcersi s'è rotta13." Anassagora, il quale comunemente viene reputato il padre della filosofia spiritualista, e fu il primo a proclamare che lo spirito presiede all'ordine universale della natura, dice "che l'uomo è il più intelligente degli animali perchè ha le mani." Di qui appare che Lamettrie, l'autore dell'Uomo macchina, era un plagiario. Tutte le dottrine, anteriori a Platone spiegavano per tal guisa l'origine degli esseri. Aristotile è il primo che abbia stabilito le cause finali con una precisione scientifica14. Epicuro e Lucrezio s'erano attenuti alle più vecchie teoriche, che più conferivano al loro disegno. Dunque la negazione delle cause finali non è, come altri si figura spesso, una ardita novità; fu il primo balbettio della filosofia fanciulla.
      Io non toccherò neppure altre teoriche visibilmente erronee ed anzi puerili che no sull'origine dell'uomo e degli animali.


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





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