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      Eraclito pone i quattro elementi. Queste spiegazioni primitive, le quali, con tutta la loro apparente ingenuitā eran giā grandi intuiti della natura, furono di gran lunga superate da Leucippo e da Democrito. Questi due grandi fisici, estendendo i limiti della scienza antica, per via di profondi ragionamenti, riconobbero che questi pretesi elementi semplici sono corpi composti, e che questi corpi, risalendo fino ai loro primi principj, sono formati di particole che non č pių possibile dividere, che sono insecabili ātomos. Questa teorica non č abbandonata, e la scienza moderna si fonda ancora su questa ipotesi30.
      Tuttavia i nostri fisici, mentre riconoscono la perfetta chiarezza di questa teorica molecolare, chiarezza, che, a lor detto, non fu mai superata, pretendono che gli atomisti hanno veduto solo un lato delle cose, che hanno ammesso nella natura delle combinazioni meccaniche senza pių, vale a dire svariati aggregati di atomi che formano gli esser diversi come gli aggregati di lettere formano le parole31, ma che questi filosofi antichi son lontani le mille miglia dall'idea di una vera combinazione chimica. Fatte queste riserve, č forza convenire, che il sistema atomico, assai preciso sopra certi punti, meno esplicito sopra altri, somiglia molto alle nostre teoriche molecolari. Queste antiche ipotesi ritengono tutto il loro pregio. Sono incomplete, non hanno previsto nč abbracciato tutto, non danno all'atomo tutte le virtų, nč tutte le evoluzioni che per noi si attribuiscono alle molecole, ma non sono rifiutate dalla scienza con temporanea.


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





Leucippo Democrito