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      Di che certi versi di Lucrezio che inchiudono i principj più generali del sistema, potrebbero ancora porsi per epigrafe ai nostri libri di fisica e di chimica. Quando il poeta dice "I principj che formano il cielo, il mare e la terra, i fiumi ed il sole, sono i medesimi, che misti ad altri o trasportati in altre combinazioni, hanno formato i frutti della terra, gli alberi, gli animali"
     
      Namque eadem cœlum, mare, terras, flumina, solemConstituunt, eadem fruges, arbusta, animantes,
      Verum aliis, alioque modo commixta moventur (I, 820).
     
      questi versi si applicano precisamente ai così detti corpi semplici, ai così detti elementi indecomponibili, e un chimico dei nostri giorni potrebbe porli a capo del suo trattato32.
      Oltre queste ipotesi profonde, si posson raccogliere qua e la nell'atomismo molte verità fisiche, che noi non vogliamo annoverare, ma delle quali è uopo dare qualche esempio. Lucrezio riconosce che lo spazio è infinito. Vuolsi notare altresì che gli epicurei, i quali erano astronomi da poco e che anche si piccavano di spregiare l'astronomia, erano pure in forza del semplice raziocinio arrivati a pensare che lo spazio infinito è popolato di mondi. Metrodoro diceva: "Pretendere che non vi sia che un mondo solo, nell'infinito, sarebbe non meno assurdo che il pensare che un vasto campo è fatto per produrre una sola spiga di grano33." Mentre Pitagora, Platone, Aristotile credevano non vi fosse che il nostro sistema, la terra, il sole, i pianeti e le stelle, gli epicurei credevano che al di là vi fossero altri sistemi di egual natura, e secondo loro, la somma di tutti questi sistemi compone quel ch'essi chiamano il gran Tutto, omne immensum.


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





Lucrezio Mentre Pitagora Platone Aristotile