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      Svelato il mistero, abbandona tutto e fa penitenza diciassette anni. I Romani, per divina istigazione, lo fanno papa suo malgrado, ed egli assolve la madre, che senza conoscerlo, va a -confessarsi da lui, e finisce santamente la vita.
     
      E deservit, après sa mortAveir el ciel verai confort
      E la corone pardurableEnsemble o vie espiritable.
     
      Gli è maggior conforto che un epigramma del Luigini.
      Il Luigini pare si desse singolarmente alla letteratura, direm così, femminile e galante. E le donne italiane, in quell'età felice, per coltura, per ispirito e per grazie eran degne ispiratrici degli scrittori, e quelli che più le amavano meglio scrivevano. Certo la leggiadria ariostesca fu rara nei prosatori; ma se non era quel fiore di gentilezza che arieggiava talora alla spuma dell'acque, onde emerse Venere, era però un tratteggiar più libero e più vago; e la bellezza delle donne sommergeva la pedanteria. E dal conversar delle donne più che dalle disputazioni erudite ebbe il dialogo allora una forma spesso spedita e snella e talora vivace; forma che non potrebbe conseguire adesso che risuonano soltanto le discussioni del parlamento.
      Il Lessing, parlando degli sforzi del cronista Costantino Manasse a descrivere la bellezza di Elena, dice: «Mi sembra di vedere dei macigni strascinati a grande stento sulla cima di un monte per servire alla fabbrica d'un palazzo, i quali, appena giunti colà, precipitano dalla parte opposta. Che imagine presenta alla mente questa congerie di parole?» E il medesimo, a un di presso, egli dice delle cinque ottave spese dall'Ariosto a pingere Alcina.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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