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      Il perchè faremmo gran senno ancora noi se, prima che trapassassimo alle parti restanti di questa donna, considerassimo un poco diligentissimamente, se così sguardando lei, vi potessimo ritrovare pecca o menda alcuna noi stessi, dacchè non abbiamo altrui che ci avvisi e ci faccia chiari. E così guardinghi, venuti in questo accordo noi, e stando in quest'avviso, trovammo averle dato somma perfezione, ma pure essere stati poco scaltri nelle tempie e nella collottola, le quali due cose le venivano a mancare. Laonde, concedutele e datele tosto, convenimmo che si dovesse seguire l'impresa senza più dimora.
      Al che fare, alzato in piedi il signor Ladislao,
      - Io non so, - disse - quando ch'io mi abbia mai veduto cortesia in alcun gentiluomo, tanta quanta io veggio di continuo nel signor Giacomo, il quale, pregato dalle signorie vostre ieri a parlare dopo l'eccellente Dottore, quando egli n'era degno per ogni ragione al pari d'ognuno di voi, non volle mai accettar la maggioranza ma rifiutatala fece che il signor Pietro ancora rifiutolla, e se non eravamo tutti addosso al signor Vinciguerra, io non so come passavano le cose nostre allora. Dipoi combattè tanto col cognato, che gli fu forza per sodisfazione e sua e nostra di prendere il terzo luogo. Ora, egli e io soli, fuor solamente messer lo giudice poichè egli altrimenti non ha da favellare, siamo rimasi a parlare ordinatamente di questa donna; e volendo io, come giusta cosa mi pare, udir lui in prima, e dargli luogo, vedete come si mostra schifo di tale offerta; ma egli n'ha da avere uno scongiuro e uno sforzo or ora tale, che contra non potrà, ch'io mi creda, in guisa niuna prevalersi.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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