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      Quivi così ragionando pervenuto il signor Giacomo, e raccogliendo nella memoria prestamente quello che dire dopo questo dovea, prima ch'egli parlasse incominciò a sorridere seco stesso, il che veggendo noi, che tuttavia attendevamo ch'egli pur dicesse, ce n'accorgemmo perchè, e volendo ch'egli oltre passasse con dire quali dovevano nella donna essere le altre parti restanti, il signor Ladislao levossi, dicendo:
      - Onorati signori, gli uffici, non le discrezioni dar si dicono. Egli mi par tempo ch'io cominci oggimai l'ultimo corso, e ch'io, non il signor Giacomo che assai finora ha favellato, e vi si può contentare, abbia a finir questa donna esteriormente; che, se li piacerà poi, e a vostre signorie insieme di correre ancora e di parlare della medesima materia, restaci campo assai di ciò poter fare, vi so dir io, e l'argomento vi si mostra ampissimo.
      - Ah! - rispose qui il signor Giacomo a lui, - non rinnovellate, caro signor mio Ladislao, quell'iniquo e poco lodevole costume degli antichi, il quale a coloro che pigliavano a difendere le cause prescriveva il tempo della difesa, come ancora agli accusatori il tempo dell'accusa, dato loro, e concessi gli oriuoli d'acqua, la quale consumata, e a goccia a goccia furata, vietava ad essi il dire, onde le cause poi così si venivano a precipitare il più delle volte per lo picciolo spazio che si dava loro; non lo rinnovellate, dico, per cortesia, e non permettete ch'io mi trovi ora a que' termini, ora ch'io sono in sul mostrarvi quali una per una devono essere della donna nostra le parti con le parole e con l'animo riscaldato.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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