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      - Oh! disse motteggiando il signor Vinciguerra - se non si veste non morrà ella di freddo per questo tempo così fiero?
      - Mai no, che già ancor non è nata, rispose l'eccellente Dottore.
      - Adunque, soggiunse l'altro, s'ella non è ancor nata vestiremola ancor noi di vestiti ancor non fatti.
      - Deh! lasciate questi sillogismi per ora, che vi tirerebbero di palo, come dice il proverbio, in pertica, disse loro il signor Giacomo, e seguì poi oltre col parlare:
      - Appigliandoci al parere del signor Dottore, e non vestendo delle sue ricche vesti noi questa donna altramente, non le vogliamo (cose che pure le gran gentildonne usano di fare tuttodì, e delle piccole ancora) concedere le sue acque rose, le sue acque nanfe, il suo muschio, lo zibetto, l'ambracane, il moscato, e simiglianti cose a donne appartenenti?
      - Concediamle queste delicate misture sì, gli rispose il cognato così mezzo salito in isdegno ed ira, e poco appresso pacificato nel viso, soggiunse:
      - O che voi dite questo da dovero, signor Giacomo, o che scherzate per tentarci. Se dire da dovero, vi si risponderà, che risolutamente simili cose non sono dicevoli alla nostra augustissima e bellissima in perfezione madonna; perchè, s'ella è sommamente bella, a che queste acque? E questo muschio e ambracane che le volete dare, perchè gliele volete dar voi? Esce forse da lei qualche lezzo caprino? Pute ella forse e ammorba la contrada d'attorno? Maladetto colui che di tali e simili cose fu inventore, egli n'è stato principale e sola cagione de' nostri danni.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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