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      Quanto a quello che mi dite che questi zibetti sono cosa buona, io credo di aver già risposto; ma pure io non mi rimarrò di dire che sono cosa mala piuttosto; e udite, se non vi spiace, quello che per a voi provarlo sono per dire alla presenza vostra, e di questi altri gentiluomini, che, la lor merce, volentieri mi ascoltano. Io trovo che un Planzio, gentiluomo romano, veggendosi in gran periglio della morte, per paura di lei s'ascose assai bene in non so che luogo; ma che avvenne? Avvenne che, essendo diligentemente cercato di lui, e non si trovando al mondo, il muschio lo venne a scoprire, del quale egli era tutto pieno, e d'intorno si sentiva l'odore, che sentito, e venuto al naso di quei che lo cercavano, fu cagione ch'egli fu miseramente morto. Io trovo altresì che, stando alla presenza di Vespasiano imperatore, un giovane tutto profumato, per ringraziarlo d'una preminenza che gli avea conceduta, subito che Vespasiano sentì l'odore, sdegnoso con terribile ciglio ed aspra voce gli disse: Io avrei voluto piuttosto che al naso tu mi avessi mandato un puzzo d'aglio; e così avendolo molto bene ripreso, senza onore (che le lettere della già conceduta grazia volle che fossero lacertae) licenziollo col suo moscato e col suo ambracane. Ora giudicate voi se a questi effetti procedenti dagli antidetti zibetti essi denno esser nomati buoni, o pure, il che fia più vero, cattivi. Giudicolli cattivi la valorosa e inclita città di Roma, quando l'anno della sua edificazione, CCCCCLXV, fece un editto che in lei niuno recasse peregrini odori.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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