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      Veramente qualunque donna, o uomo, ha seco gli odori e le acque ch'io sprezzo, egli č a simile condizione, perchč ritrovandosi quelli e questi in lui, esso, che non sente nulla di quella soave ora, non gode nulla, ma solamente gli altri di fuori, e a pieno poi s'avviene ch'ella sia perfetta in bontade, la quale si conosce, qualora essa ha potere di volgere e invitare a se le persone, ancora che ad altro sieno intente e rivolte con l'animo. Ma io mi voglio spedire oggimai, e da che hanno inteso le signorie vostre come disdirebbono gli odori e le acque odorate alla singolarissima donna nostra, e chente sarebbe questo errore, ora non mi piace di tacere che essendo siffatte cose per natura dilettevoli e dolci, non si dee cosė l'odorare quelle come recarle addosso interdire e vietare a niuno. Vi si seguirā adunque il parere del buon Agostino, il quale, degli attrattivi odori parlando, dice: Di questi io non mi curo, quando mi sono lontani io non li vo' a cercare, e quando mi sono vicini io non gli rifiuto, essendo mai sempre apparecchiato di mancar di loro, e vivere senza essi la vita mia.
      Cosė conchiuso dal signor Pietro, e buona pezza quasi trapassata di tempo senza altro dire, l'eccellente Dottore ruppe il silenzio, e come veggiamo talora far la peregrina gru, che cammina un poco prima e poi si leva a volo. Cosė in voce sommessa, aumentandola pian piano, si mise a favellare:
      - Hacci il signor Pietro con la sua dolcissima favella, simile tutta a quella di lei che sė cara mi č, che pių lungi non veggo, ne veder bramo, persuaso, come ci disse al principio del suo ragionare, che nella donna nostra non si deono trovare nč zibetti nč acque muschiate, ora ci persuaderā egli forse anco questo, che in lei non convengano le rose, i fiori, le viole, e qualche bello e amoroso pomo?


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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