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      Io vorrei che conoscessero queste donne, che siccome sogliono il pių delle volte gli alti e spaziosi alberi negli orridi monti della Natura prodotti pių che le coltivate piante da dotte mani purgate negli adorni giardini a' riguardanti aggradare, e molto pių per li soli boschi i selvatichi uccelli, sopra i verdi rami cantando a chi gli ascolta piacere, che per le piene cittadi dentro le vezzose e ornate gabbie non piacciono gli ammaestrati, cosė elleno vengono a piacere pių, e sono nel vero pių belle, quando, contentandosi della bellezza loro naturale, non curano di belletto, o di che che sia che le faccia andare pių adorne e pių leggiadre, se questa si fatta viene ad essere leggiadra. Il che non mi piace in modo niuno. Io vorrei che sapesser le medesime, che siccome l'edera per sč viene assai pių bella, e pių belli sono i fiori coloriti della terra senza altro lavoro, che vi si ponga e ispenda, cosė elle ci sono, ove non vaghe nč ghiotte di liscio vanno ornate della propria freschezza della carne del viso, e del proprio bello. Io vorrei finalmente che tenessero per fermo; che siccome alle umane menti aggradevole pių č una fontana che naturalmente esca, dalle vive pietre attorniata di verdi erbette, che tutte le altre ad arte fatte di bianchissimi marmi risplendenti per molto oro, e i liti de 'loro nativi sassolini dipinti vieppių dolcemente lucono e folgorano, cosė elle nč pių nč meno ci sono in grado allora che, disprezzate le sozze vie di farsi vaghe, si danno a calcare e seguire quelle, che pių essendo degne di loro, pių degne e pių nette e pių polite le rendono anzi che no.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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