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      Voi mi dite che Apollo antidetto strangolò un fistulaio, e che i Persi e Medi regi avevano i musici per parassiti, e che Filippo biasmò Alessandro suo figliuolo, perchè una volta fra le altre dolcemente l'aveva udito cantare, e che Antigono suo pedagogo, trovandosi esso intento pure al cantare, gli spezzò la cetera. Voi mi dite che gli Egizj, biasmando la musica come cosa inutile, dannosa e lasciva, la vietarono ai giovani, e che non per altro ella fu trovata, salvo per ingannare gli uomini, e che le Cicone femmine perseguirono Orfeo, perchè col suo canto dilettava i maschi, facendoneli raggioire, e che i cento lumi d'Argo furono per mezzo d'una sola fistola chiusi in sempiterno sonno. Voi mi dite, che Atanasio vescovo di Alessandria uomo di gran santità, e di profondo sapere, alla cui lezione San Girolamo instantissimamente ci esorta, la scacciò dalla chiesa, perchè troppo mollificava e inteneriva gli animi nostri, disponendoli alle lascivie, e a' vani piaceri, e che poi oltre, ch'ella aumenta la maninconia, se per avventura avviene che da quella prima assaliti siamo. Aurelio Agostino maestro di santa chiesa non l'approvò mai, e meno Aristotile quando disse che Giove non cantava nè sonava di cetera. Voi mi dite finalmente che alcuno si è trovato, il quale cantando vieppiù dolcemente del solito tra i sospiri del suono se n'è passata all'altra vita; e conchiudete per queste tutte autoritati, ragioni ed esempi (aggiungendo che Antistene filosofo, avendo udito dire che Ismenia era un ottimo ed eccellente citaredo, o pure sonatore di tibia, mandò fuori quelle parole: egli è un uomo goffo, rubaldo e da poco Ismenia che s'egli fosse uomo dabbene non si sarebbe dato a tale arte ed a tale mestiere) conchiudete, dico, che la musica è di sua natura tutta rea, tutta malvagia, e che si dee da tutti, non che dalla donna, a cui io procaccio di farla imprendere, fuggire e odiare a morte.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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