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      E quando avemmo tempo di andarci a riposare? Meglio è adunque che quel poco di tempo che ho di poter qui ragionare con esso voi intorno alle cose appartenenti pure alla donna, io venga a partire in guisa e in maniera, che non in una solo, ma in tutte tutto io lo spenda, e, come si chiede, io lo sparta e il consumi. Il perchè dell'ostinazione, la quale suole essere alle volte difetto nelle belle donne non altrimenti che soglia essere ne' bei cavalli il restio, dirò così alla distesa quattro parole in prima ch'io mi volga ad altro. L'ostinazione, vizio pure abominevole, non voglio che vi si trovi in questa donna nostra per modo niuno. Perciocchè, siccome in un bellissimo e finissimo panno disdicevole è vieppiù, che in uno non così bello nè così fino, una macchia che suso vi segga e vi stia talora, così un vizio in un bel corpo e in uno non men bello animo stranamente viene più a bruttare e a deformare o uomo o donna che si sia, che s'egli in sozza persona e non dissimile animo si trovasse allogato, e ivi tenesse il suo nido, e dimorasse come in propria stanza. Il medesimo ci è dato a vedere della virtù, qualora accade di potere vederlo. Ma tornando all'ostinazione dico, che essa spetta alle mule spagnuole, e non alle belle donne, delle quali scarse del pregio e del suo onore non sarebbe se non loda il dimostrarsi a chiunque si fosse esorabili e arrendevoli quantunque volte loro vi si scoprisse l'agio e l'occasione di poterlo fare. E perchè mi sovviene una dilettevole facezia ora d'una femmina ostinata, anzi ostinatissima, anzi l'istessa, per quel ch'io mi creda, ostinazione, io, voglio che noi ridiamo un poco; ma uditemi prima s'egli non vi è discaro e in dispiacere l'udire.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114