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      A queste parole molte n'aggiunse dell'altre, e quasi infinite continenti, e insegnanti la perfezione della donna interiore, il signor Ladislao, tutto in ciò solo intento, e con la lingua, e con l'animo poco, o piuttosto niente segno di stanchezza, o di pausa dimostrante di volere ancora dare.
      Alla fine scorgendo passata essere l'ora, nella quale egli, e gli altri nelle due precedenti notti solevano finire i ragionari, e dopo andarsene al letto, per ultima dote, che diede alla interiore donna, le diede di lettere, delle quali ci mostrò con esempi antichi e moderni, e con autoritati assai, e con ragioni più, s'io non erro, di mille, non altrimenti essere men capaci le donne, che gli uomini, anzi, s'io bene mi ricordo, ci fece vedere, che ancora più.
      Appena aveva tocco la meta il signor Ladislao, che, lui, lasciato di sguardare, si rivolsero tutti a far vedere con ragioni vive uno dopo l'altro la sua Diva avvicinarsi più alla donna, e poi dirizzarono a me gli occhi, desiosi di conoscere quale delle amorose loro venisse da me per la più bella e per la più leggiadra, dopo tanto aspettare, e dopo tanta incresciosa dimora, risolutamente giudicata. Io qui pregai loro caldamente, che due parole (e ciò larghissimamente mi concessero) mi lasciassero innanzi ch'io scendessi al giudicio ch'aveva da fare, dire sole, e incominciai rivoltomi al signor Giacomo così:
      - Tale donna, quale in questo vostro realissimo, e solo degno di voi altiero Palagio è stata e da voi e dai compagni formata, ha da venire col crescer degli anni suoi fanciulleschi ancora, signor mio caro, la vostra figlioletta, la quale è di voi e della vostra cara e orrevole mogliera solo bene, singolare piacere, unico conforto, speciale contentezza.


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Il libro della bella donna
di Federico Luigini da Udine
L'Aristocratica Editrice Milano
1925 pagine 114

   





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