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      Vi era una forte aristocrazia ereditaria, ma di tutte le aristocrazie ereditarie era la meno insolente ed esclusiva. Non aveva affatto l'invido carattere d'una casta. Riceveva nel proprio seno individui dell'ordine popolare; mandava individui dell'ordine proprio in seno de' popolani. Ogni gentiluomo poteva diventar Pari; il figlio più giovane di un Pari non era se non un semplice gentiluomo. I nipoti de' Pari lasciavano la precedenza a' cavalieri novellamente creati. La dignità di cavaliere non era inaccessibile a qualunque uomo il quale potesse per la diligenza e i guadagni formarsi uno stato, o farsi ammirare pel suo valore in una battaglia o in un assedio. La figlia di un duca, anche di un duca di sangue reale, non reputavasi degradata maritandosi a un distinto popolano. Difatti, sir Giovanni Howard sposò la figliuola di Tommaso Mowbray duca di Norfolk; sir Riccardo Pole sposò la contessa di Salisbury, figlia di Giorgio, duca di Clarence. Il sangue puro in verità era tenuto in pregio; ma tra il sangue puro e i privilegii della paría non eravi, a grande ventura della patria nostra, necessaria connessione. Le antiche genealogie, non meno che i vecchi blasoni, potevano trovarsi fuori e dentro della camera de' lordi. Eranvi uomini nuovi che discendevano da cavalieri che portavano i più alti titoli; v'erano uomini senza titoli, che avevano vinte le armi sassoni alla battaglia di Hastings, e scalate le mura di Gerusalemme. Vi erano Bohuns, Mowbrays, De Veres; eranvi parenti della famiglia dei Plantageneti, senza altro titolo che quello di scudiere (esquire), e senza altri privilegii che quelli che godeva ogni colono o padrone di bottega.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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