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      La questione però non era di vedere se la nostra politica subirebbe un mutamento, ma di trovare di che natura dovesse essere siffatto mutamento. L'introduzione di una forza nuova e potente aveva turbato il vecchio equilibrio, ed aveva trasmutato, l'una dopo l'altra, le monarchie limitate in assolute. Ciò che è seguito negli altri Stati sarebbe senza dubbio seguito nel nostro, se la bilancia non fosse stata rimessa in equilibrio dal gran passaggio che fece il potere dalla Corona al Parlamento. I nostri principi erano pressochè giunti ad avere a' loro comandi quei mezzi di coercizione che non ebbero mai in poter loro i Plantageneti e i Tudors. Sarebbero inevitabilmente diventati despoti, se nel tempo medesimo non fossero stati posti sotto restrizioni, alle quali nessuno de' Plantageneti o dei Tudors fu mai sottomesso.
      XXIV. E' sembra certo però, che se non avesse operato alcun'altra cagione diversa dallo cagioni politiche, il secolo decimosettimo non sarebbe trascorso senza un feroce conflitto tra i nostri principi e i loro parlamenti. Ma bene altre cause assai più potenti cooperavano a produrre il medesimo effetto. Mentre il governo de' Tudors era nel suo maggior vigore, seguì un fatto che ha modificate le sorti di tutte le nazioni cristiane, ed in modo peculiare quelle della Inghilterra. Nel medio evo, due volte lo spirito dell'Europa erasi innalzato contro il dominio di Roma(7). La prima insurrezione eruppe dalla Francia Meridionale. La energia d'Innocenzo III, lo zelo degli Ordini, pur allora istituiti, da Francesco e da Domenico, e la ferocia de' Crociati, che il clero aveva lanciati addosso a un popolo pacifico, distrusse le chiese Albigesi.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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