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      Se una volta fosse tolto il freno della paura, e lo spirito dell'opposizione venisse a sonnecchiare, tutte le guarentigie della libertà inglese si risolverebbero in una sola cosa, cioè nella parola reale; ed era stato provato con lunga ed amara esperienza, che la parola del re non meritava punto la pubblica fiducia.
      XLVIII. I due partiti guardavansi ancora scambievolmente con cauta ostilità, e non avevano ancora ponderato le proprie forze, allorchè giunsero nuove tali che infiammarono le passioni e rinvigorirono le opinioni di entrambi. I grandi capi di Ulster, i quali al tempo in cui Giacomo salì al trono, eransi, dopo lunghissima lotta, sottomessi all'autorità regia, non avevano potuto più lungamente patire la umiliazione della dipendenza. Avevano congiurato contro il Governo inglese, ed erano stati dichiarati rei di tradigione. I loro immensi domini erano stati confiscati dalla Corona; ed erano corse a popolarli torme di emigrati dalla Inghilterra e dalla Scozia. Costoro per civiltà ed intelligenza erano assai superiori ai naturali del paese, e spesso abbusavano di superiorità cosiffatta. I rancori, generati dalla diversità di razza, si accrebbero per la diversità di religione. Sotto il ferreo giogo di Wentworth, non fu udito nè anche un bisbiglio; ma appena cessò quella forte pressura, appena la Scozia dette lo esempio d'una vittoriosa resistenza, mentre la Inghilterra era assorta negl'interni dissidi, la soffocata rabbia degl'Irlandesi eruppe in atti di tremenda violenza.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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