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      Le sue truppe correvano alla vittoria con la precisione delle macchine, mentre erano infiammate del più selvaggio fanatismo de' crociati. Da quando l'armata venne riordinata fino a quando si sbandò, non trovò mai o nelle Isole Britanniche o nel Continente un nemico che potesse sostenerne gl'impeti. In Inghilterra, Scozia, Irlanda, Fiandra, i guerrieri puritani, spesso circuiti da difficoltà, talvolta lottanti contro nemici tre volte più numerosi, non solamente non mancarono di vincere, ma non mancarono mai di distruggere e tagliare in pezzi qualunque esercito si fosse loro presentato. Finalmente, giunsero a considerare il dì della battaglia come un giorno di sicuro trionfo, e movevano con fiducia sprezzante contro i più rinomati battaglioni d'Europa. Turenna rimase attonito alla severa esaltazione con cui i suoi alleati inglesi correvano al combattimento, ed espresse la gioia di un vero soldato, allorquando gli fu detto che era costume de' lancieri di Cromwell d'allegrarsi grandemente quando guardavano in faccia il nemico; e i Cavalieri banditi provarono l'emozione dell'orgoglio nazionale, allorquando videro una brigata de' loro concittadini, inferiori di numero ai nemici ed abbandonati dagli alleati, porre in rotta la più bella fanteria spagnuola, ed aprirsi il passo in una controscarpa, che era stata pur allora giudicata inespugnabile dai più sperimentati marescialli di Francia.
      Ma ciò che principalmente distingueva l'armata di Cromwell dalle altre armate, era l'austera moralità e il timore di Dio, che prevalevano in tutte le file.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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