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      La prima Camera de' Comuni che il popolo elesse per comando di lui, ne mise in questione l'autorità, e fu disciolta senza avere compito un solo atto. La sua seconda Camera de' Comuni, tuttochè lo riconoscesse come Protettore, e volentieri lo avrebbe fatto Re, si ostinò a non volere riconoscere i Lordi novellamente creati. Non rimanevagli altro da fare che sciogliere di nuovo il Parlamento. "Dio," esclamò egli partendo, "sia giudice tra voi e me!"
      Ciò non ostante, siffatte dissensioni non infiacchirono l'amministrazione del Protettore. Quei soldati che non gli avrebbero concesso di assumere il titolo di Re, lo sostenevano tutte le volte ch'egli tentava atti di potere, vigorosi quanto non ne tentò mai nessun altro re inglese. E però il Governo, quantunque in forma di Repubblica, era un vero dispotismo, temperato soltanto dalla saviezza, dalla sobrietà e dalla magnanimità del despota. Il paese fu partito in distretti militari, i quali vennero posti sotto il comando di Maggiori Generali. Qualunque tentativo d'insurrezione veniva prontamente represso e punito. La paura che ispirava il potere della spada impugnata da una mano così vigorosa, ferma ed esperta, domò lo spirito dei Cavalieri e de' Livellatori. I leali gentiluomini dichiararono essere tuttavia pronti, come sempre, a rischiare le loro vite per l'antico Governo e l'antica dinastia, qualora vi fosse la più lieve speranza di riuscita; ma porsi alla testa de' loro servi ed affittuarii e farsi incontro alle picche di legioni vincitrici in cento battaglie ed assedi, sarebbe stato lo stesso che fare lo inutile sacrificio di un sangue onorevole ed innocente.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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