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      Il Parlamento scozzese era costituito in guisa da non avere mai fatto seria opposizione a principi assai più deboli di Carlo. L'episcopato, adunque, venne stabilito con una legge. In quanto alla forma del culto, fu lasciata non poca libertà al discernimento del clero. In talune chiese usavasi la liturgia inglese; in altre i ministri sceglievano, fra mezzo a quella liturgia, le preci e i rendimenti di grazie formulati in modo, da offendere meno il sentire del popolo. Ma in generale, la dossologia cantavasi alla fine delle sacre funzioni, e nel ministrare il battesimo recitavano il Credo degli Apostoli. La maggior parte della popolazione scozzese detestava la nuova Chiesa e come superstiziosa e come straniera; e perchè era deturpata dalle corruzioni di Roma, e perchè era segno della predominanza dell'Inghilterra. Nonostante, non vi fu insurrezione generale. Il paese non era più quel ch'era stato ventidue anni innanzi. Guerre disastrose e giogo straniero avevano prostrato lo spirito del popolo. L'aristocrazia, ch'era tenuta in grande onore dalle classi medie e dalla plebaglia, erasi posta a capo del movimento contro Carlo I; ma mostravasi poscia ossequiosa a Carlo II. Ormai nessuno aiuto era a sperarsi da parte de' Puritani inglesi; perocchè erano un partito debole, proscritto e dalla legge e dalla opinione pubblica. La massa della nazione scozzese, quindi, si sottomise tristamente, e con grandi timori di coscienza attendeva al servizio del clero episcopale, o de' ministri presbiteriani che avevano acconsentito ad accettare dal Governo una semi-tolleranza, conosciuta sotto il nome d'Indulgenza.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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