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      Il conflitto di questi due timori, ambidue legittimi, dava alla politica della opposizione apparenza strana e volubile, al pari di quella della Corte. I Comuni gridarono guerra contro la Francia, finchè il Re, incitato da Danby a compiacere al desiderio loro, parve disposto a cedere, e si mise a far leve di soldati. Ma appena i Comuni videro cominciati i reclutamenti, la paura che avevano di Luigi dette luogo ad altra paura più prossima. Cominciarono a temere che le nuove leve venissero adoperate in una impresa alla quale Carlo aveva maggiore interesse che a quella di difendere le Fiandre. Ricusarono, quindi, la chiesta pecunia, e gridavano al disarmo, schiamazzando come poco innanzi avevano fatto allorchè chiedevano lo armamento. E' pare che gli storici che hanno severamente biasimata cotesta incoerenza, non badassero bastevolmente alla impacciata condizione di quei sudditi che hanno ragione di credere come il loro principe congiuri con un potentato straniero ed ostile a danno delle libertà loro. Ricusargli i mezzi militari, è il medesimo che lasciare lo Stato senza difesa. Nonostante, dandoglieli, gli si porrebbero forse in mano le armi contro lo Stato. In tali circostanze, l'ondeggiare fra questi pensieri non va considerato come argomento di disonestà, e nè anche di debolezza.
      XXXIX. Tali gelosie venivano studiosamente fomentate dal Re di Francia. Aveva tenuto a bada la Inghilterra con la promessa di sostenere il trono contro il Parlamento. Adesso, paventando che i patriottici consigli di Danby avessero a prevalere nel Gabinetto, cominciò ad infiammare il Parlamento contro il trono.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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