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      Bisbigliavasi perfino, che siffatta trama doveva recarsi ad effetto con lo intervento d'armi forestiere. Il solo pensiero di cotesto intervento faceva ribollire il sangue nelle vene a tutti, anco ai Cavalieri. Taluni, che avevano sempre professata la dottrina della non-resistenza in tutto il senso più lato del vocabolo, s'udivano mormorare, dicendo avere essa certi confini. Se le armi forestiere fossero state chiamate a costringere la nazione, essi non avrebbero potuto promettere di tenersi pazienti.
      Ma nè l'orgoglio nazionale, nè l'ansietà per le libertà pubbliche, influivano tanto sul sentire del popolo, quanto l'odio della religione cattolica romana. Quell'odio era diventato una delle passioni dominanti dell'universale, ed era così forte negli uomini ignoranti e profani, come in quelli che erano protestanti per convinzione. Le crudeltà del regno di Maria, crudeltà che anche raccontate con la maggior moderazione e fedeltà destano ribrezzo, e che allora non erano nè fedelmente nè moderatamente narrate nei martirologii popolari; le congiure contro Elisabetta, e sopra tutte quella delle Polveri, avevano lasciato negli animi del volgo un profondo ed amaro senso, che era tenuto vivo per mezzo di commemorazioni, preghiere, fuochi e processioni annuali. È mestieri aggiungere, che quelle classi che andavano peculiarmente predistinte come affezionate al trono, cioè il Clero e i gentiluomini possidenti di terre, avevano ragioni particolari per avversare la Chiesa di Roma. Il Clero tremava per i suoi beneficii; i gentiluomini per le abbadie e le grosse decime loro.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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