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      Ciascuna fazione, nel giorno del proprio insolente e vendicativo trionfo, incorreva nella censura di lui; ma vinta e perseguitata, trovava in lui un protettore. A perenne onor suo, è uopo rammentare ch'egli tentò di salvare quelle vittime, la sciagurata sorte delle quali ha lasciata turpissima macchia sul nome de' Whig e dei Tory.
      Erasi reso singolarmente notevole nell'opposizione, ed aveva perciò incorso talmente l'ira del Re, da non essere stato ammesso al Consiglio dei Trenta senza difficoltà e lunga contesa. Nulladimeno, appena gli fu dato porre piede nella Corte, la malia de' suoi modi e del suo conversare gli acquistarono insigne favore. Erasi seriamente impaurito alla violenza del pubblico malcontento; e pensava che la libertà per allora fosse in sicuro, ma l'ordine e l'autorità legittima corressero pericolo. Ond'egli, secondo era suo costume, si congiunse alla parte debole. Forse la sua conversione non fu affatto scevra d'interesse; perocchè gli studi e la meditazione, benchè lo avessero emancipato da molti pregiudizi volgari, lo avevano lasciato schiavo ai volgari desiderii. Non difettava d'oro; e non v'è prova che attesti esserselo procacciato con mezzi i quali, anche in quella età, i severi censori consideravano come disonoranti: ma il grado e il potere erano a lui irresistibili tentazioni. Protestava di considerare i titoli e i grandi uffici come allettamenti che possono sedurre i soli stolti, di odiare le faccende, la pompa, le apparenze, e di desiderare caramente sottrarsi al rumore ed agli splendori di Whitehall, onde rifuggirsi ai boschi tranquilli che circondavano il suo antico castello in Rufford; ma la sua condotta discordava non poco dalle sue proteste.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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