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      Il Consiglio Privato di Scozia aveva potestà di porre alla tortura i prigionieri di Stato. Ma appena comparivano gli stivali, la loro vista eccitava tanto terrore, che anche i cortigiani più servili e duri di cuore uscivano frettolosi dalla sala. Il seggio talvolta rimaneva deserto; ed infine, fu reputato necessario ordinare che in simiglianti occasioni i Consiglieri rimanessero al loro posto. Notavasi che il Duca di York pareva dilettarsi di uno spettacolo, al quale parecchi de' peggiori uomini che allora vivessero non potevano assistere senza commiserazione ed orrore. Egli non solo andava al Consiglio ogni qualvolta doveva infliggersi la tortura, ma attendeva all'agonia dei martoriati con quella specie d'interesse e di compiacenza, con che gli uomini contemplano uno sperimento scientifico. Così governò in Edimburgo, finchè l'esito del conflitto tra la Corte e i Whig non fu più dubbio. Allora ritornò in Inghilterra; ma rimase, per virtù dell'Atto di Prova, escluso tuttavia da ogni pubblico ufficio; nè il Re stimò sano consiglio in prima violare uno Statuto, che la maggior parte de' sudditi a lui più fidi consideravano come una delle principali guarentigie de' diritti civili e della religione loro. Quando, nondimeno, parve manifesto, dopo molti esperimenti, che la nazione aveva la pazienza di sopportare ogni cosa che il Governo avesse coraggio di fare, Carlo provossi a porre da parte la legge, a favore del proprio fratello. Il Duca riebbe il suo seggio in Consiglio, e riassunse il governo delle faccende navali.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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