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      XI. È cosa strana, e a prima vista parrebbe spaventevole, che la somma levata in Inghilterra per mezzo delle tasse, siasi, in un periodo di tempo che non eccede il corso di due lunghe vite, aumentata di trenta volte. Ma coloro che si sgomentano dello accrescimento delle pubbliche gravezze, potrebbero forse rassicurarsi ove considerassero quello de' mezzi pubblici. Nel 1685, il valore de' prodotti del suolo eccedeva il valore di tutti gli altri prodotti della industria umana: nonostante, l'agricoltura era in quelle condizioni che ai dì nostri la farebbero chiamare rozza ed imperfetta. Gli aritmetici politici di quell'età supponevano che la terra arabile, e quella adatta al pascolo, occupassero poco più della metà di tutta la estensione del paese(98). Credevano che il rimanente fosse tutto paludi, foreste e rocce. Cotesti computi vengono fortemente confermati dagli Itinerarii e dalle Carte geografiche del secolo diciassettesimo. Da tali libri e Carte raccogliesi, senza alcun dubbio, che molte strade, le quali adesso traversano un numero infinito di pometi, di campi da fieno e da fave, allora passavano traverso a scopeti, macchie e pantani(99). Nei paesaggi inglesi disegnati in que' tempi per il Granduca Cosimo, appena si vede una siepe d'alberi; e numerosi tratti di terra, ora rigogliosi per coltivazione, appariscono ignudi come il Piano di Salisbury(100). In Enfield, donde è quasi visibile il fumo della capitale, eravi una regione di venticinque miglia di circuito, che conteneva solo tre case, e quasi nessun campo chiuso.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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