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      Per la qual cosa, quei motivi mondani che per innanzi avevano indotto cotanti egregi, ambiziosi e ben nati giovani ad indossare l'abito ecclesiastico, cessarono di agire. A quei tempi, nè anche una fra duecento parrocchie apprestava emolumenti tali, da potersi considerare come mantenimento d'un individuo di buona famiglia. Vi erano premi nella Chiesa, ma erano pochi; e anche i maggiori erano bassi, in paragone della gloria di che un tempo andavano circondati i principi della gerarchia. La condizione di Parker e Grindal sembrava quella di un mendicante a coloro che rammentavansi della pompa imperiale di Wolsley; dei suoi palazzi, che erano diventati abitazioni predilette del principe, cioè Whitehall e Hampton Court; delle tre ricche mense che giornalmente erano apparecchiate nel suo refettorio; delle quarantaquattro sontuose pianete della sua cappella; dei suoi staffieri coperti di splendide livree, e delle sue guardie del corpo armate di scuri dorate. Così l'ufficio sacerdotale perdè ogni attrattiva agli occhi delle alte classi. Nel secolo che seguì l'ascensione di Elisabetta al trono, quasi nessun uomo di nobile lignaggio entrò negli ordini sacri. Alla fine del regno di Carlo II, due figli di Pari erano vescovi; quattro o cinque figli di Pari erano preti, e tenevano dignità proficue: ma queste rare eccezioni non toglievano il rimprovero che facevasi al ceto ecclesiastico. Il clero veniva considerato, nel suo insieme, come classe plebea. E veramente, uno tra dieci ecclesiastici, che erano preti serventi manuali, faceva la figura di gentiluomo.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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