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      Islington era quasi un deserto; e i poeti dilettavansi di porre in contrasto la quiete che ivi regnava col frastuono della immensa Londra(145). A mezzodì, alla capitale adesso si aggiunge il suburbio per mezzo di vari ponti, non meno magnifici e solidi delle più belle opere de' Cesari. Nel 1685, una sola fila di archi irregolari, sopraccarichi da mucchi di case povere e cadenti, e piene, in modo degno degl'ignudi barbari di Dahomy, di centinaia di teste putrefatte, erano d'impaccio alla navigazione del fiume.
      XXVIII. La parte più importante della metropoli, era quella che propriamente chiamavasi la Città. Nel tempo della Restaurazione, era stata in grandissima parte costrutta di legname e di gesso: i pochi mattoni di cui si faceva uso, erano cotti male: le trabacche dove ponevansi in vendita le mercanzie, proiettavano su per le strade, ed erano coperte dai piani superiori. Pochi vestigi di cotesta architettura possono anche oggi vedersi in quei distretti che non furono preda del grande incendio. Il quale, in pochi giorni, aveva coperto uno spazio poco minore d'un miglio quadrato, con le rovine di ottantanove chiese e di tredicimila case. Ma la città era nuovamente risorta con celerità tale, che ne avevano maravigliato i paesi vicini. Sciaguratamente, le antiche linee delle strade erano state per lo più mantenute: le quali linee, in origine descritte allorquando anche le principesse viaggiavano a cavallo, erano spesso così anguste, da non concedere che i carriaggi agevolmente passassero l'uno allato dell'altro, ed erano perciò improprie perchè vi abitasse la gente ricca, in un tempo in cui un cocchio a sei cavalli era un lusso in voga.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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