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      XXXIX. Tutti i diversi pericoli onde era circuito il viaggiatore, venivano grandemente accresciuti dalle tenebre. Era, quindi, comunemente sollecito di avere per tutta la notte un asilo, che non era difficile ottenere. Le locande d'Inghilterra, fino da tempi antichissimi, hanno goduto rinomanza. Il nostro primo grande poeta ha descritto i comodi che esse nel secolo decimoquarto offrivano ai pellegrini. Ventinove persone, coi loro cavalli, trovarono ricovero nelle spaziose camere e stalle del Tabard in Southwark. I cibi erano de' migliori che si potessero trovare, e i vini tali da indurre la brigata a beverne copiosamente. Duecento anni dopo, regnante Elisabetta, Guglielmo Harrison descrisse vivamente l'abbondanza e i comodi de' grandi alberghi. Il continente d'Europa, egli diceva, non ha nulla di simile a quelli. Ve n'erano alcuni, in cui due o trecento persone con le cavalcature loro, potevano essere alloggiate e nutrite senza veruna difficoltà. I letti, le tappezzerie, e soprattutto l'abbondanza di netta e squisita biancheria, erano subietto di meraviglia. Spesso sopra le mense vedevansi argenterie di gran prezzo: anzi, v'erano arnesi che costavano trenta o quaranta sterline. Nel secolo decimosettimo, in Inghilterra era gran copia di buone locande d'ogni specie. Il viandante talvolta in un piccolo villaggio smontava ad un albergo simile a quello descritto da Walton, dove il pavimento di mattoni era bene spazzato, le pareti ornate di canzoni, le lenzuola mandavano odore d'acqua di lavanda, e dove un buon fuoco, un bicchiere di squisita birra e un piatto di trote pescate del vicino ruscello, potevano aversi con poca spesa.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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