Pagina (486/1707)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E siccome egli non apriva mai le labbra se non per profferire frasi scritturali, la nuova genía de' begli spiriti ed egregi gentiluomini non aprivano le loro senza vomitare oscenità tali, che oggi farebbero vergognare un facchino, e senza invocare l'Eterno a maledirli, sprofondarli, confonderli, sperderli e dannarli.
      Non è, dunque, cosa strana che la nostra amena letteratura, quando risorse al risorgere della nostra vecchia politica ecclesiastica e civile, fosse profondamente immorale. Pochi uomini eminenti, che appartenevano ad una età anteriore e migliore, serbaronsi esenti dall'universale contagio. I versi di Waller spiravano tuttavia i sentimenti che avevano animata una generazione più cavalleresca. Cowley, predistinto come uomo leale e letterato, alzava animosamente la voce contro la immoralità che deturpava le lettere e la lealtà. Un poeta di più potente ingegno meditava, indisturbato dall'osceno tumulto che circondavalo, un canto così sublime e santo, che non sarebbe stato sconvenevole sulle labbra di quelle Virtù eteree, ch'egli contemplava con quell'occhio interno che non può essere spento da calamità alcuna, gettanti sul pavimento di diaspro le loro corone d'amaranto e d'oro. Il vigoroso e fecondo genio di Butler, se non potè al tutto tenersi libero dalla infezione predominante, contrasse il male in forma più mite. Ma cotesti erano uomini, gl'intelletti de' quali erano stati educati in un mondo già passato; e dopo non molto tempo avevano ceduto il luogo a una generazione di più giovani ingegni; della quale, da Dryden fino a Durfey, era nota caratteristica una licenza cruda, impudente, vanitosa, e ad un tempo priva d'umanità e d'eleganza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





Eterno Waller Virtù Butler Dryden Durfey