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      Ogni cosa, per quanto fosse pura o eroica, diveniva corrotta ed ignobile, passando in quegl'ignobili e corrotti cervelli.
      Tali erano le condizioni del dramma, il quale, tra le produzioni della amena letteratura, era quella da cui il poeta aveva maggiore probabilità di guadagnare da vivere. La vendita dei libri era così poca, che un ingegno di grandissima fama poteva sperare una scarsa ricompensa dalla proprietà letteraria della miglior produzione. Non vi può esser esempio più convincente, della sorte delle Favole di Dryden, che furono l'ultima delle sue opere. Questo volume vide la luce allorquando egli veniva universalmente stimato come il maggiore de' poeti inglesi viventi.
      Contiene circa dodici mila versi. La verseggiatura è maravigliosa; pieni di vita i racconti e le descrizioni. Fino ai nostri giorni, Palamone ed Arcita, Cimone ed Ifigenia, Teodoro ed Onoria formano il diletto de' critici e degli scolari. La raccolta contiene anche il Festino d'Alessandro, che è la più bella ode della nostra lingua. Perchè cedesse la proprietà letteraria, Dryden ricevè duecento cinquanta lire sterline; somma minore di quella con che ai dì nostri talvolta sono stati pagati due soli articoli da giornale(229). Nè sembra che ciò fosse un cattivo negozio; imperocchè assai lenta fu la vendita del libro, sì che non fu necessario farne una seconda edizione, se non dieci anni dopo che il poeta giaceva dentro il sepolcro. Scrivendo per la scena, era possibile avere maggiori guadagni con molto minore fatica.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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