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      Non abbiamo finora fatto parola della gran massa del popolo; di coloro, cioè, che intendevano allo aratro, curavano i buoi, sudavano sopra i telai di Norwich, e squadravano le pietre di Portland per il tempio di San Paolo. Nè possiamo lungamente favellarne. La classe più numerosa è precisamente quella intorno alla quale ci rimangono scarsissime notizie. In que' tempi, i filantropi non consideravano come debito sacro, nè i demagoghi come lucroso traffico, l'occuparsi delle sciagure dell'operaio. La istoria era sì affaccendata con le corti e coi campi di battaglia, da non serbare una sola pagina al tugurio del contadino, o alla botteguccia del manuale. La stampa adesso in un sol giorno, discute e declama intorno alle condizioni dell'operaio con più abbondanza di quanto ne fu pubblicato ne' ventotto anni che corsero dalla Restaurazione alla Rivoluzione. Ma errerebbe grandemente chi dallo accrescersi de' reclami, inferisse essersi accresciuta la miseria.
      LI. Il gran criterio della condizione del popolo basso, sta nel salario ond'è rimeritato il lavoro; e poichè quattro quinti del popolo, nel diciassettesimo secolo, erano addetti all'agricoltura, importa sopra tutto indagare qual fosse la paga dell'operaio nella industria agricola. Intorno a ciò abbiamo i mezzi di giungere a conclusioni bastevolmente esatte pel nostro proposito.
      Sir Guglielmo Petty, la cui semplice asserzione è di gran peso, c'insegna che non erano punto cattive le condizioni d'un lavorante qualora per una giornata di lavoro ricevesse quattro soldi col cibo, e otto senza.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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