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      Gli fu posta dinanzi una tavola con sopra il vino e il pane, ma indarno. Ora diceva non esservi mestieri di cotanta fretta, ed ora affermava sentirsi troppo debole.
      Molti attribuivano cosiffatta apatia a dispregio delle cose divine, e molti altri alla stupidezza che spesso precede la morte. Ma in Palazzo v'erano poche persone che sapevano meglio il vero. Carlo non era mai stato un sincero credente nella Chiesa stabilita. La sua mente aveva lungamente ondeggiato tra l'Hobbismo e il Papismo. Quando sentivasi pieno di salute e libero di spirito, era beffardo. Nei pochi istanti di serietà era cattolico romano. Il Duca di York lo sapeva bene, ma era al tutto occupato della cura de' propri interessi. Aveva ordinato che si chiudessero le porte della reggia, ed appostate legioni di Guardie in varie parti della Città. Aveva parimente fatto apporre dalla tremula mano del moribondo Re la firma ad un atto, per virtù del quale taluni dazi, concessi solo fino alla morte del sovrano, gli venivano dati per tre anni. Cotali cose occupavano tanto la mente di Giacomo, che quantunque nelle ordinarie occasioni egli fosse indiscretamente e irragionevolmente sollecito di far proseliti alla propria Chiesa, non considerò mai che il fratello stava in pericolo di morire senza sacramenti. Questa trascuratezza era più straordinaria, perchè la Duchessa di York, nel dì in cui Carlo fu preso dal male, aveva, a richiesta della Regina, suggerito esser convenevole porgergli i conforti spirituali. Di tali conforti il Re andò debitore in sugli estremi all'opera d'una donna assai diversa dalla sua pia moglie, e dalla cognata.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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