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      Essa mi chiede perdono, povera donna!
      esclamò Carlo "ed io con tutto il mio cuore la supplico di perdonarmi."
      La luce mattutina cominciava a penetrare per le finestre di Whitehall; e Carlo volle che gli assistenti alzassero le tende, perchè potesse per l'ultima volta contemplare il giorno. Notò ch'era tempo di caricare un oriuolo che era allato al suo letto. Di tali lievi circostanze si serbò lungamente la memoria, perocchè provavano senza alcun dubbio, che quando egli dichiarò d'essere cattolico romano, trovavasi in pieno possesso di tutte le sue facoltà intellettuali. Chiese a coloro che gli erano rimasti dintorno per tutta la notte, lo scusassero dell'incomodo onde era stato loro cagione, dicendo che senza sua colpa aveva tanto indugiato a morire; ma sperava volessero compatirlo. Fu questo l'ultimo raggio di quella squisita urbanità che spesso valse a calmare lo sdegno di una nazione giustamente irritata. Tosto dopo l'alba del dì, il moribondo perdè la parola. Innanzi le ore dieci era privo di sensi. Il popolo correva in folla alle chiese in sull'ora del servizio mattutino. Quando fu letta la preghiera per la salute del Re, alti gemiti e singhiozzi mostravano quanta amarezza stringesse il cuore di ciascuno. Il venerdì a mezzo il giorno, il 6 di febbraio, Carlo tranquillamente rese l'anima a Dio(280).
      II. In quel tempo, il basso popolo in tutta l'Europa, e in nessuno altro luogo più che in Inghilterra, aveva costumanza di attribuire la morte de' principi, e segnatamente quando il principe era popolare e la morte inattesa, a qualche assassinio di specie scelleratissima.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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