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      Nella domenica che seguì alla sua ascensione al trono, molti predicatori da' pergami citavano il suo discorso. "Adesso abbiamo a sostegno della Chiesa nostra" sclamava un oratore realista "la parola d'un Re, e d'un Re che non mancò mai alla propria parola." Questa espressiva sentenza tosto propagossi per tutto il paese, e divenne la parola d'ordine di tutto il partito Tory(287).
      V. I grandi uffici dello Stato per la morte del Re erano rimasti vacanti, e fu d'uopo che Giacomo deliberasse da chi dovessero essere occupati. Pochi de' membri del Gabinetto passato avevano ragione di aspettarsi il favore di lui. Sunderland, che era Segretario di Stato, e Godolphin primo Lord del Tesoro, avevano sostenuta la Legge d'Esclusione. Halifax, custode del sigillo privato, aveva avversata quella legge con impareggiabile potenza di argomenti e di parole; ma era nemico mortale della tirannide e del papismo. Vedeva con terrore il progresso delle armi francesi nel continente, e la influenza dell'oro francese nei consigli dell'Inghilterra. Se si fosse seguito il suo parere, le leggi sarebbero state rigorosamente osservate; la clemenza impartita ai vinti Whig; il Parlamento convocato in tempo debito; fatto qualche tentativo per riconciliare le nostre domestiche fazioni; e i principii della Triplice Alleanza avrebbero nuovamente diretta la nostra politica estera. Egli era, quindi, incorso nell'acre odio di Giacomo. Il Lord Cancelliere Guildford, appena poteva dirsi d'appartenere ad alcuno dei partiti in che la Corte era scissa.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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