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      Eppure, egli è certo che tra l'una e l'altra era necessaria e indissolubile connessione. Se essi per pochi mesi avessero tenuto alto l'onore del loro paese presso gli esteri, sarebbero stati costretti a cangiare intieramente il sistema d'amministrazione interna. È cosa assurda, quindi, lodarli d'avere ricusato di governare concordemente col Parlamento, e biasimarli per essersi sottoposti alla dittatura di Luigi; poichè essi non avevano se non una sola via da scegliere; dipendere, cioè, o da Luigi o dal Parlamento.
      Giacomo - volendo rendergli giustizia - avrebbe con gioia voluto trovare una via di mezzo; ma non ve n'era alcuna. Si rese schiavo della Francia; ma sarebbe erroneo rappresentarlo come schiavo contento. Egli aveva alterigia tanto da sdegnarsi con sè medesimo per essersi sottomesso a così duro vassallaggio, e da essere impaziente di svincolarsene: la quale disposizione era studiosamente incoraggiata dagli agenti di molte Potenze straniere.
      XII. La sua successione al trono aveva svegliato speranze e timori in ogni Corte del continente; e i primordii del suo governo venivano invigilati dagli stranieri con interesse non meno profondo di quello che sentivano i sudditi di lui. Un solo Governo desiderava che le turbolenze le quali per tre generazioni avevano sconvolta l'Inghilterra, durassero eterne. Tutti gli altri, repubblicani o monarchici, protestanti o cattolici romani, volevano vederle felicemente terminate.
      L'indole della lunga contesa tra gli Stuardi e i Parlamenti loro, era imperfettissimamente intesa da' politici stranieri; ma nessun uomo di Stato poteva non conoscere lo effetto da quella contesa prodotto sull'equilibrio politico d'Europa.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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