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      In uno o due punti d'alta importanza, egli aveva idee più esatte di quelle che erano, nel suo tempo, comuni anche fra gli uomini di mente elevata; e come signore e legislatore d'una provincia, la quale, essendo quasi priva d'abitatori allorquando egli ne ebbe il possesso, gli apriva un campo vergine da farvi morali esperimenti, ebbe la rara e buona ventura di potere porre in pratica le proprie teorie senza patti di nessuna sorta, e nondimeno senza scossa per le istituzioni esistenti. E' sarà sempre onorevolmente ricordato come fondatore d'una colonia, la quale nelle sue relazioni con genti selvagge non abusò della forza che nasce dallo incivilimento, e come legislatore il quale, in un tempo di persecuzione, fece della libertà religiosa la pietra angolare della politica. Ma la vita e gli scritti suoi porgono abbondevoli prove che testificano come egli non fosse uomo di vigoroso giudicio. Non aveva l'arte di leggere addentro nell'indole altrui. La fiducia ch'ei poneva in genti meno di lui virtuose, lo trasse in gravi errori ed infortunii. Lo entusiasmo per un gran principio, sovente lo spingeva a violarne altri ch'egli avrebbe dovuto tener sacri. Nè la sua rettitudine stette salda alle tentazioni alle quali ei rimaneva esposto in quella società splendida e culta, ma profondamente corrotta, con cui alla Corte di Re Giacomo egli usava. Tutta la Corte era in perpetuo fermento d'intrighi di galanteria e d'intrighi d'ambizione. Continuo era il traffico degli onori, degli uffici e delle grazie.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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