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      Le provigioni militari furono poste nel palazzo civico; e una Dichiarazione, nella quale manifestavasi lo scopo della impresa, fu letta presso la croce della città(440).
      XXVII. Tale Dichiarazione, capo lavoro del genio di Ferguson, non era un manifesto dignitoso quale avrebbe dovuto essere quello di un condottiero che brandiva la spada a propugnare una gran causa, ma un libello di bassissima specie e per concetto e per elocuzione(441). Conteneva molte verissime accuse contro il governo, ma erano espresse con lo stile prolisso e gonfio di un cattivo articolo; oltrechè comprendeva molti(442) addebiti che recavano disonore a coloro soltanto che li scagliavano. Vi si affermava come cosa certa, che il Duca di York aveva incendiata Londra, strangolato Godfrey, mozzato il capo ad Essex, avvelenato il Re defunto. A cagione di quei nefandi e snaturati delitti, e principalmente di quel fatto esecrabile, cioè dell'orribile e barbaro parricidio - tale era la facondia e tale la felicità dello scrivere di Ferguson - Giacomo veniva dichiarato mortale e sanguinoso nemico, tiranno, assassino ed usurpatore. Con lui non doveva venirsi a condizioni. La spada non doveva riporsi nel fodero finchè ei non avesse ricevuto il castigo che meritano i traditori. Il governo era da riordinarsi secondo i principii favorevoli alla libertà. Tolleranza per tutte le sètte protestanti; Parlamenti annui, da non prorogarsi e disciogliersi a volontà del Principe; la milizia cittadina unico esercito stanziale, comandato dagli Sceriffi, e questi da eleggersi dai liberi possidenti.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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