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      Il fatto che Monmouth era in armi contro il Governo, era così notorio, che il decreto di morte infamante divenne legge con la lieve opposizione di uno o due Pari, e rade volte è stato con severità censurato anco dagli storici Whig. Nulladimeno, qualvolta si consideri di quanta importanza egli sia che gli uffici legislativi si tengano distinti dai giudiciali; che la voce pubblica, comunque forte ed universale, non si abbia per prova legale della colpa; e che si osservi la regola che nessun uomo si debba condannare alla morte senza porgergli modo a difendersi; e con quanta facilità e speditezza le violazioni de' grandi principii, una volta fatte, si allarghino; - saremo probabilmente disposti a credere che al partito preso dal Parlamento poteva farsi qualche obiezione. Nessuna delle due Camere aveva ragione alcuna, che anche un giudice corrotto come Jeffreys potesse ingiungere ai giurati di considerare come prova del delitto di Monmouth. I messaggeri esaminati dai Comuni non avevano prestato giuramento, e perciò avrebbero potuto raccontare prette fandonie, senza incorrere nella pena dello spergiuro. I Lordi, che avrebbero potuto fargli giurare, a quanto sembra, non esaminarono nessuno de' testimoni, e non avevano sottocchio altra prova all'infuori della lettera del Gonfaloniere di Lyme, la quale dinanzi alla Legge non era prova nessuna. Gli estremi pericoli, egli è vero, giustificano gli estremi rimedi. Ma il decreto di morte infamante era un rimedio che non poteva mandarsi ad esecuzione mentre durava il pericolo, e, cessato quello, diveniva superfluo.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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