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      E forse, in pochi anni, la setta per tanto tempo detestata dalla nazione, sarebbe stata, con plauso universale, ammessa agli uffici e al Parlamento.
      Se, dall'altro canto, Giacomo avesse tentato di promuovere gl'interessi della Chiesa, violando le leggi fondamentali del suo regno e le solenni promesse da lui ripetutamente fatte al cospetto di tutto il mondo, mal potrebbe dubitarsi che gli addebiti che, secondo l'andazzo, facevansi contro la Religione Cattolica, si considerassero da tutti i Protestanti come pienamente stabiliti. Imperocchè, se mai si fosse potuto sperare che un Cattolico Romano fosse capace di mantenere fede agli eretici, si sarebbe potuto supporre che Giacomo mantenesse fede al clero Anglicano. Ad esso egli andava debitore della sua corona; e se esso non avesse potentemente avversata la legge d'Esclusione, egli sarebbe stato un esule. Aveva più volte ed enfaticamente riconosciuto i propri obblighi verso quello, e giurato di non attentare minimamente ai diritti spettanti alla Chiesa. S'egli non poteva sentirsi obbligato da cosiffatti vincoli, risultava manifestamente che, in ogni cosa concernente la sua superstizione, non v'era vincolo di gratitudine o di onore che potesse obbligarlo. Era quindi impossibile aver fiducia in lui; e se i suoi popoli non potevano fidarsi di lui, qual altro membro della sua Chiesa era egli meritevole di fiducia? Non era reputato costituzionalmente e per usanza traditore. Per il brusco contegno e la mancanza di riguardo verso gli altrui sentimenti, s'era scroccato una fama di sincero ch'egli affatto non meritava.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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