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      I ministri del Re avevano detto alla Camera, che erano stati fatti buoni provvedimenti pel governo dell'armata; ma nessuno avrebbe osato dire che fossero stati mandati ad esecuzione. Quale ne era la necessaria conseguenza? Il contrasto tra i paterni ammonimenti profferiti dal trono e la intollerabile tirannia de' soldati, non provava egli che l'armata era anche allora troppa e pel principe e pel popolo? I Comuni potevano, perfettamente coerenti a sè stessi, senza menomare la fiducia che avevano posta nelle intenzioni di Sua Maestà, ricusare che venisse aumentata una forza che, manifestamente, la Maestà Sua non avrebbe potuto tenere in freno.
      XIV. La proposta delle quattrocento mila lire sterline, non passò per dodici voti di minoranza. Questa vittoria, riportata dai Ministri, era una quasi sconfitta. I capi del partito patriottico, non punto scoraggiati, indietreggiarono un poco, per ritornare alla prova, e proposero la somma di settecentomila lire sterline. Il Comitato votò nuovamente, e i cortigiani furono sconfitti con dugentododici voti contro centosessanta(597). Il dì dopo, i Comuni andarono solennemente a Whitehall recando l'indirizzo, dove si parlava dell'Atto di Prova. Il Re li accolse seduto sul trono. L'indirizzo era scritto con parole spiranti riverenza ed affetto; imperocchè la maggior parte di coloro che avevano votato a favore di quello, erano fervidamente anzi superstiziosamente realisti, e avevano di leggieri assentito ad inserirvi alcune frasi di complimento, omettendo ogni parola che i cortigiani avevano reputata offensiva.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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