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      Ma, certo, non avrebbe potuto ricorrere alle armi; poichè nè anche venti Cavalieri sarebbero accorsi al suo vessillo. Solo alle concessioni fatte egli era debitore del soccorso prestatogli dalla gran classe de' nobili e de' gentiluomini, i quali pugnarono per tanto tempo e con tanto valore per la causa di lui. Ma sarebbe stato inutile dimostrare a Giacomo simiglianti cose.
      Un altro fatale errore gli si era fitto in mente, e vi stette finchè lo condusse alla rovina. Credeva fermamente, che per qualunque cosa egli avesse potuto fare, i credenti nella Chiesa Anglicana avrebbero sempre agito a seconda de' loro principii. Sapeva d'essere stato proclamato da dieci mila pulpiti. La Università di Oxford aveva solennemente dichiarato, che anche una tirannide terribile quanto quella de' più depravati Cesari, non giustificava i sudditi a resistere alla regia autorità: e da ciò egli era cotanto stolto da concludere, che lo intero corpo de' Tory gentiluomini e chierici, si sarebbero da lui lasciati spogliare, opprimere ed insultare, senza alzare una mano a difendersi. E' sembra strano che un uomo possa avere trapassato l'anno cinquantesimo della propria vita, senza scoprire che il popolo talvolta fa ciò che stima illecito: e Giacomo altro fare non doveva che frugarsi nell'anima, per trovarvi abbondevoli prove a conoscere, che anche un forte sentimento de' religiosi doveri non sempre serve a impedire che la fragile creatura umana indulga alle proprie passioni, a dispetto delle leggi divine ed a rischio di terribili pene.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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