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      I perturbamenti dell'Irlanda, diceva egli, nascevano non dalle differenze tra Cattolici e Protestanti, ma da quelle tra Irlandesi ed Inglesi(745). Le conseguenze che da tali premesse avrebbe dovuto dedurre, erano chiare; ma, sventuratamente, per lui e per l'Irlanda, ei non seppe conoscerle.
      Se si fosse potuta mitigare la sola animosità nazionale, non v'è dubbio che l'animosità religiosa, non essendo tenuta desta da crude leggi penali, e da rigorosi Atti di Prova, si sarebbe spenta da sè. Calmare una animosità nazionale simile a quella che vicendevolmente sentivano le due razze abitatrici della Irlanda, non poteva essere opera di pochi anni. Nondimeno, un savio e buon principe vi avrebbe potuto molto contribuire; e Giacomo l'avrebbe potuto imprendere con vantaggi che nessuno de' suoi predecessori o successori ebbe giammai. Come Inglese e Cattolico Romano, egli apparteneva mezzo alla casta dominatrice e mezzo alla dominata, e però aveva i requisiti necessari a far la parte di mediatore fra esse. Nè riesce difficile indicare la via ch'egli avrebbe dovuto prendere. Avrebbe dovuto dichiarare inviolabile la proprietà territoriale esistente, ed annunziare ciò in modo così efficace da calmare l'ansietà de' nuovi possidenti, e da estinguere le sinistre speranze che i vecchi proprietari potessero nutrire. Poco importava chiarirsi se vi fosse ingiustizia nel passaggio de' beni da uno ad un altro individuo. Quel passaggio, giusto o ingiusto, era seguito tanti anni innanzi, che rovesciarlo sarebbe stato il medesimo che crollare le fondamenta della società. È d'uopo che ci sia un limite di tempo ad ogni diritto.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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