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      LXXIV. E fu sventura che Giacomo, invece di farsi mediatore, divenisse il più feroce e dissennato uomo di parte. Invece di calmare il rancore delle due popolazioni, l'infiammò fino ad un punto non mai prima veduto. Deliberò di invertire(748) la loro posizione relativa, e porre i coloni protestanti sotto i piedi de' Celti papisti. Appartenere alla Chiesa Anglicana, essere di razza inglese, era agli occhi suoi un demerito per conseguire gli uffici civili e militari. Meditava il disegno di confiscare nuovamente e partire il suolo di mezza l'isola; e manifestava così chiaramente tale pensiero, che una classe degli abitatori dell'Irlanda fu tosto agitata da terrori ch'ei poscia invano volle calmare, e l'altra da speranze ch'egli poi vanamente si studiò di frenare. Ma questa era piccolissima parte della sua colpa e demenza. Stabilì deliberatamente, non solo di dare agli abitatori aborigeni dell'isola l'intero possesso del loro paese, ma di giovarsene anche come strumenti per istabilire la tirannide in Inghilterra. L'esito di questo divisamento fu quale era da prevedersi. I coloni si posero in sulle difese, con la invincibile pertinacia della loro razza. La madre patria considerava come sua propria la causa loro. Allora seguì una lotta disperata per una terribile partita di giuoco, sulla quale ambe le parti posero ogni cosa più caramente diletta: nè possiamo giustamente biasimare l'Irlandese o l'Inglese per avere, in tanta estremità, ubbidito alla legge della propria difesa. Il conflitto fu tremendo, ma breve.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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