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      In Consiglio si mise a declamare con veemenza intorno alla necessità di rendere le terre agli antichi padroni. Ma non aveva per anche ottenuto l'assenso del Re a codesto fatale disegno. Nella mente di Giacomo, il sentimento nazionale tenzonava ancora debolmente contro la superstizione. Egli era uomo inglese; era Re inglese; e non poteva, senza tristi presentimenti, acconsentire alla destruzione della maggior colonia che l'Inghilterra avesse mai fondata. Gl'inglesi Cattolici Romani, ai quali aveva costume di chiedere consiglio, furono di quasi unanime opinione a favore dell'Atto di Stabilimento. Non solo l'onesto e moderato Powis, ma il dissoluto e testardo Dover, porsero savi e patriottici consigli. Tyrconnel mal poteva sperare di frustrare da lungi lo effetto che tali ammonimenti producevano nella mente del Re. Deliberò, quindi, di difendere in persona la causa della sua casta; e però, verso la fine d'Agosto, partì per l'Inghilterra.
      LXXX. Sì la presenza che l'assenza di lui erano egualmente cagione di timore al Lord Luogotenente. Gli era veramente doloroso vedersi ogni giorno umiliato dal suo nemico; ma non eragli di minor dolore il sapere che il suo nemico ogni giorno susurrava calunnie(771) e pessimi consigli alle orecchie del Principe. Clarendon era tormentato da molte e diverse vessazioni. In una sua gita nell'interno dell'isola, s'era veduto trattare con disprezzo dalla popolazione irlandese. I preti cattolici romani esortavano le loro congregazioni a non fargli nessun atto di riverenza.


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Storia d'Inghilterra
di Thomas Babington Macaulay
Editore Felice Le Monnier Firenze
1859 pagine 1707

   





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